La pianificazione degli interventi a livello territoriale per gli anziani e i diversamente abili ha l'obiettivo di aumentare il livello di partecipazione della comunità e di orientare le politiche sul territorio verso la promozione dei bisogni in favore di tali persone. Le famiglie che stanno peggio, le più deboli, sono quelle unipersonali anziane (8 su 10 - donne sole, che spesso vivono in una sorta di confinamento domestico). Si nota una forte crescita della popolazione ultrasessantacinquenne e ultrasettantacinquenne, e l’invecchiamento cronologico si accompagna in una grande percentuale di casi ad una progressiva instabilità della salute che si rende evidente come maggiore suscettibilità verso lo sviluppo di malattie e con spiccata tendenza alla cronicizzazione. E’ alta la percentuale di coloro a cui la fragilità è legata a malattie e/o al disagio sociale (emarginazione o esclusione) con rischio o perdita, parziale o totale dell’autosufficienza e/o autonomia. La totale non autosufficienza, aumenta nei soggetti con età superiore a 75 anni e colpisce i maschi nel 17.5% e le femmine nel 21.8%. D’altra parte si trovano in stato di povertà il 5.4% degli anziani ed il 7.4% delle donne di età superiore a 65 anni. Il cambiamento della condizione degli anziani, di natura quantitativa e qualitativa, richiede una più attenta lettura del fenomeno e l’elaborazione di nuove risposte e strategie. Obiettivo prioritario è la tutela della qualità della vita della persona anziana che si traduce in primo luogo nella tutela dal rischio della dipendenza funzionale. Le disabilità permanenti sono in progressivo aumento, si assiste in particolare ad un costante aumento delle menomazioni e disabilità da eventi patologici quali le affezioni cardiache e cerebrovascolari, le demenze, gli eventi di cerebro e mielolesioni, le affezioni traumatiche e degenerative dell’apparato muscoloscheletrico, le patologie neuromotorie, le patologie broncopolmonari ed uroginecologiche. I tassi di disabilità evidenziano una differenza di genere a svantaggio di quello femminile: le donne rappresentano infatti il 66% delle persone disabili e gli uomini solo il 34%. Anche la differenza di genere è correlata alle età più anziane, infatti, più del 79% delle donne disabili ha 65 anni o più, mentre tra gli uomini tale percentuale scende al 66%. Tale fenomeno è determinato in buona parte dall’evoluzione demografica, che ha causato un forte invecchiamento della popolazione, caratterizzato da una crescita della speranza di vita alla nascita per tutta la popolazione, ma in misura maggiore per le donne.
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